Dalla Germania alla Serbia assieme a Slow Food - Confluenze

Dalla Germania alla Serbia assieme a Slow Food

Dal 7 al 13 giugno 2019 abbiamo organizzato in collaborazione con Slow Food Germania, Slow Food in Serbia e ViaggieMiraggi Onlus per il Turismo Responsabile il nostro primo viaggio in Serbia destinato ad un pubblico di lingua tedesca accompagnato dal nostro collaboratore Mariusz Rybak. Durante i sette giorni di permanenza il gruppo di viaggiatori si è immerso nella cultura e gastronomia di questo paese. Le impressioni di un partecipante.

Dall'Europa settentrionale alla pianura Pannonica

La prima tappa del nostro viaggio è stato il villaggio di Sremski Karlovci, di circa diecimila abitanti. Lì abbiamo incontrato Dimitrije (Dima), la nostra guida per questa giornata come pure per quelle successive a Belgrado. In modo dettagliato e preciso ma non privo di humour, ci ha introdotto alla storia di questi luoghi. Per pranzo siamo stati ospiti presso l’azienda vinicola Kiš, famosa per il suo Bermet, bevanda alcolica locale simile al Vermouth. Accanto al Bermet abbiamo provato anche alcune varietà di bianchi e rossi. Dopo pranzo ci siamo spostati a Novi Sad, seconda città della Serbia. Durante i bombardamenti NATO del 1999 è stata pesantemente bombardata, diversi ponti e impianti industriali sono stati distrutti con serie ripercussioni a livello ecologico.

Da Petrovaradin, l‘imponente fortezza difensiva degli Asburgo, si apre alla vista un magnifico sguardo sul Danubio e Novi Sad. Nel tardo pomeriggio siamo arrivati al luogo dove abbiamo poi pernottato, un agriturismo fuori città che qui chiamano salaš. Sotto le ombre degli alberi abbiamo trascorso una splendida serata accompagnati da musica zigana.

Questo è inoltre un salaš particolare: tra queste pareti è infatti nata la prima rete di Slow Food in Serbia, con l’obiettivo di innalzare gli standard di una filosofia gastronomica già di alto livello.

Degustazione di vini e grandi chef

Il giorno seguente, attraverso la pianura Pannonica (il cui terreno è tra i più fertili d’Europa) siamo arrivati a Sombor, una cittadina in cui vive un numero abbastanza consistente di Donauschwaben, gli Svevi del Danubio. Grazie all’incontro con un’associaizone locale, abbiamo imparato molto sulla loro storia e il modo in cui ancora tramandano la propria cultura. Per pranzo siamo stati ospiti in un altro salaš nei pressi di Sombor, dove abbiamo potuto scoprire le ricette tradizionali delle vecchie comunità di Donauschwaben presenti in questa regione. Nel pomeriggio – stomaco pieno e sguardi un poco assonnati – siamo partiti in direzione di Subotica, al confine con l’Ungheria. In serata ci siamo spostati presso l’aizenda vinicola Maurer, che ci ha accolti con un menu di quattro portate e dieci differenti varietà di vino. Alcune specialità della tradizione magiara sono state modernizzate partendo dalle antiche ricette a base di verdure locali, funghi selvatici tritati a mano e formaggio. Questa cena è stata sicuramente tra i punti gastronomici più alti dell’intero viaggio.

Varietà autoctone e prodotti locali sul piatto

La mattina, dopo una visita del centro di Sutobica siamo ripartiti alla volta di Belgrado. Lungo la strada ci siamo fermati nel paesino di Futog per assaporare il cavolo cappuccio locale – una varietà autoctona attorno a cui ruota il locale Convivium Slow Food – cucinato in un’infinità di modalità diverse. Prima di arrivare a Belgrado c’è stato il tempo per una visita al monastero di Novo Hopovo sulla Fruška Gora. In serata altra cena luculliana in cui abbiamo degustato il Presìdio Slow Food della rakija di prugne Crvena Ranka, sicuramente il più interessante tra i tanti distillati provati durante il viaggio. Nella capitale serba è stato organizzato un caffé letterario con lo scrittore Dragan Velikić e durante le due giornate abbiamo girato a lungo assieme alla nostra guida Dima divenuto nel frattempo un amico, la cui preparazione storica e politica ci ha resi consapevoli di quanto poco sappiamo riguardo a questo complesso paese!

L’ultimo giorno ci ha riservato un’altra piacevole sorpresa: una navigazione privata lungo la Sava e il Danubio, accompagnati anche questa volta dal buon cibo preparato dal Convivium Slow Food Dorćol! Sulla tavolata abbiamo trovato varie specialità di salsiccia, tra cui la famosa salsiccia stirata di Pirot; palline fatte a mano di urda, simili ad una ricotta in stile serbo preparate da Mirjana, la fiduciaria del Convivium che ci ha organizzato anche la cena del giorno precedente.

In serata ci siamo trasferiti a Zemun per assistere al concerto di due fantastiche artiste (piano e soprano) impegnate in un repertorio di musica classica. La cena finale si è svolta in un ristorantino nella parte vecchia di Zemun con una bella vista sul Danubio e su Belgrado, mentre gli ultimi raggi di sole si congedavano da noi.

Tutto ciò che è bello dura poco

Ultimo giorno: ritorno alla realtà, partenza per il luogo d’origine.

Conclusione:  amanti di Slow Food e semplici turisti, viaggiate in Serbia! l’ospitalità delle persone mi ha davvero incantato, e per quanto riguarda la cucina nazionale, sarà per voi una grande scoperta. Un grazie particolare al nostro fantastico accompagnatore Mariusz, il quale è riuscito a presentarci questa terra in modo “saporito” (anche tutto il resto del viaggio è stato da dieci e lode!).

Traduzione: Mina Marković

La versione originale in lingua tedesca è stata pubblicata sul sito di Slow Food Germania ed è consultabile a questo link.

 

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