Un affare di famiglia - Confluenze

Un affare di famiglia

di Christian Elia, fotografie di Camilla de Maffei. Aferdita ha un sorriso contagioso. Illumina la sala principale del ristorante Familiari, a Permet, come una torcia accesa. Troneggia nello spazio, lo abita, fino a sembrare parte della struttura.

Aferdita ha un sorriso contagioso. Illumina la sala principale del ristorante Familiari, a Permet, come una torcia accesa. Troneggia nello spazio, lo abita, fino a sembrare parte della struttura.

Seduta accanto alla grande stufa, mentre alle sue spalle un bancone di legno massiccio cela in parte l’andirivieni frenetico dai locali della cucina, si racconta.

“Questo ristorante è parte della storia di Permet, nasce per una ricorrenza storica. In città, il 24 maggio 1984, si celebrava come ogni anno la ricorrenza della proclamazione del primo governo albanese, avvenuta nel 1944. Era sempre una bella festa, ma per il 40° anniversario, c’era ancor di più la volontà di fare le cose in grande. Nei giorni precedenti la festa, vennero chiamati i migliori artisti e artigiani del legno, che a tempo di record costruirono tutti gli arredi di questo posto. Un’opera imponente, in pochissimo tempo, con maestri giunti per l’occasione da Elbasan, da Girokastra e altrove. Fu una festa bellissima, ero una bambina, mi guardavo attorno estasiata…mai avrei pensato che un giorno sarebbe stata la mia casa!”.

La sorella di Aferdita serve caffè, tra sigarette e risate, carezze e abbracci, la cucina non si ferma un attimo. C'è la festa di primavera da preparare, in piazza, quando Permet si colora dei mille sapori del territorio. Ma non è stata sempre una festa.

“Nel 1990, quando il governo collassò, il ristorante venne preso d’assalto, molti arredi vennero portati via, il locale subì molti danni. Mio marito Adrian, però, non si scoraggiò: ricomprò tutto, pezzo per pezzo, con grande passione. E da allora, con me e le mie due sorelle, è rinato questo ristorante. All’inizio lo chiamammo Boston! Perché senza l’aiuto economico del nonno di mio marito, che viveva negli Stati Uniti ed era un personaggio influente della chiesa ortodossa di San Giorgio, nella città americana, non avremmo potuto fare nulla. Ma poi, alla fine, dopo poco, scegliemmo un nome più legato alla storia di questa città, della nostra famiglia, Familiari appunto. Perché ci sentiamo legati a un territorio e alla sua storia”.

Ancora oggi, a due passi dal centro, è visibile la costruzione dove avvenne il cosiddetto Congresso di Përmet che creò il governo provvisorio spianando la strada a Enver Hoxha nel dopoguerra. Poco distante, si possono vedere le rovine degli alloggiamenti delle truppe di occupazione italiane, durante la Seconda Guerra mondiale, con le scritte della propaganda mussoliniana.

Permet ha pagato un prezzo salato al conflitto e all’occupazione, venne quasi distrutta, ma rinacque. E Aferdita e le sue sorelle, sembrano un albero forte, con tanti rami, che ha radici profonde. “La nostra è una cucina del territorio, ricette e prodotti della nostra infanzia. Come quelli che cuciniamo per la nostra famiglia”. E per le famiglie degli altri. “A Permet ci sono famiglie che ho visto formarsi letteralmente qui dentro”, racconta Aferdita ridendo solare. “Dal battesimo al matrimonio, grandi feste, con musica dal vivo. Ecco, alla fine, diventi parte delle loro storie”.

Il locale sembra proprio questo, una polaroid di un'Albania che ne ha passate tante, ma che è sempre rinata. Il fascino del locale, con i suoi inserti lignei, è reso vivo e vibrante da questo gruppo di donne che non si ferma un momento. E che già apre la strada alla prossima generazione.

Sedute a un tavolo ad ascoltare Aferdita e le sue sorelle ci son le figlie. “Lei studia ingegneria”, sussurra Aferdita indicano Polyana, sua figlia. “Magari andrà in Usa, farà quel che vorrà. Questo è un lavoro stancante, quando ci troviamo a gestire oltre duecento persone in sala, a fine serata, sei a pezzi! Ma ci piace e ora risistemeremo – grazie all’aiuto di Cesvi – anche il portico esterno. Ho pensato in passato di andare anche io negli Usa, che hanno un legame forte con la storia della nostra famiglia, ma alla fine son rimasta qui, a occuparmi di questo posto, che è un pezzo delle nostre vite”.

Passato e presente, tradizione e cura del dettaglio, al ristorante Familiari la storia incontra il presente. In piccola scala, a livello familiare, appunto, e di memorie condivise. “Arrivano turisti, tanti, è molto bello accoglierli e raccontargli di noi e ascoltare le loro storie. Anche gli italiani, certo, abbiamo tanto in comune e il loro passaggio qui ha lasciato non solo brutti ricordi, ma tanti scambi culturali. E pure i tedeschi, quando sono qui, pian piano, si lasciano andare!”, esclama Aferdita sorridendo, pronta a preparare il prossimo piatto e la prossima chiacchierata con la stessa cura.

Il presente articolo di Christian Elia e Camilla de Maffei è parte del progetto “TREC – Albania Viaggia a Modo Tuo: Gestione Multi-Attore Integrata del Turismo Rurale e Culturale Nelle Regioni di Argirocastro e Berat”, finanziato da “AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo”. L’ong capofila CESVI (www.cesvi.org) lo implementa in collaborazione con numerosi partner istituzionali e locali. Il progetto mira ad uno sviluppo sostenibile del territorio attraverso interventi di supporto alle piccole imprese agroalimentari, artigianali e turistiche, formazione professionale e marketing territoriale. Nei prossimi mesi anche su Confluenze sarà pubblicato il sito dedicato al progetto.

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